Il
cosidetto io
giangenta 2007
ceramica ad ossido di rame e smalti
cm.52x21x21

No
title
ceramica ad ossido di rame e smalti
cm.56x30x36
COLLEZIONE
PRIVATA

Io vado
giangenta 2007
ceramica ad ingobbio e smalti
cm.40x18x12

La zingara
giangenta 2007
ceramica ad ingobbio
cm.28x18x28
COLLEZIONE
PRIVATA
Il grido
giangenta 2007
Legno intaglio radica d'ulivo
cm.40x18x16
COLLEZIONE PRIVATA
Eventi
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Concorso
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Alassio |
Un
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ECOMUSEO
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Ronco
Biellese
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Personale di scultura
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4.10. 2008
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Ca
Ri. Savona
Savona
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Personale di scultura
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31.10.2008
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Uff.Inform.Turis. IAT
Albisola Marina
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Albachiara
Personale di scultura
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dal 20.12.2008 al 7.01.2009
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Immaginecolore.com
intervista Gian Genta
Gian Genta come nasce artisticamente e quanto ha influito l'amore per la sua terra ?
Il mio amore per l'arte nasce istintivo.
Indipendente e perseverante non riesco a retrodatarlo essendomi dedicato fin dagli anni 60 prima alla pittura poi all'intarsio del legno in seguito alla stesura di versi ed aforismi e quindi alla ceramica.
Impegnato come chi ingenuamente è alla ricerca della verità, ho sempre rifiutato ogni principio accademico per soddisfare le ragioni e l'azione gestuale del mio io, scrupolosamente fedele ai miei errori.
Nessuna terra ha influito su questa mia passione prova ne è che se dovessi dare un titolo a tutti i capitoli della mia vita non potrei far altro che chiamarli "La libertà del volere" incluse le mie esperienze politiche.
Perchè proprio la scultura come sua espressione artistica ( per molti dà un senso di potere, il fatto di poter manipolare potrebbe portare a sentirsi fonte di energia)?
Non solo la scultura, anche i miei versi ed in passato le mie tele, mirano oltre le forze non per il successo di vittoria ma per trascinare altri sulla via del vincere.
Il mio lavoro è fine a sé stesso.
La mia posterità vale la vecchiaia il tempo di oggi nutre il paradosso di gioire un domani migliore.
Il segno che traccio non importa che soddisfi il meglio dei miei contemporanei.
La mia saggezza priva di bricconate non persegue il mercato, il senso della misura mi estranea da ogni delusione, ed il trattare materia e uomini con eguali presupposti senza distinzione alcuna, può far trasparire un profondo odio-amore per loro quanto l'altrettanto disprezzo per le loro fredde aspirazioni.
Troppi si ostinano sul cammino intrapreso sperando in segreto di trarne vantaggio e solo pochi guardano al traguardo fedeli al carico da portare.
La sua attività artistica si sviluppa anche all'estero
qual è il suo pensiero sui mercati con cui è venuto a contatto?
Chi vede molto vedrà sempre meno ed è impossibile indovinare in anticipo quali occasioni offre il mercato in particolar modo quello estero dove non ci sono mai stati possibili acquirenti con l'anello al naso.
La verità elementare non necessita di spiegazioni dettagliate.
Gli uomini incuriositi dall'arte riescono a penetrare con fatica la dimensione
di colui che si pronuncia, e commercializzare il proprio lavoro senza un curatore d'immagine che guardi ad un pubblico sempre più vasto va contro l'idea del mercato.
Pubblicizzarsi, farsi rappresentare soltanto dalle gallerie, o pretendere d'essere il mercante di sé stesso è una trappola, così come il dissimulare il fine commerciale non serve a difendere il proprio lavoro.
La globalizzazione nell'arte non è effetto del mondo virtuale è conseguenza di stimoli e vicende che hanno pervaso l'interesse generale da secoli.
Secondo lei si espone all'estero come meta finale o è
un modo per avere più spazio e riconoscimenti in Italia?
Pretendere di voler imporre all'estero quello che non è di interesse nel proprio paese è un atto di pura ipocrisia ed il non essere consapevoli della linea sottile che divide arte e commercio rendono l'artista più idiota delle sue opere.
Il mio pensiero sui mercati?
Indifferenza, se uno si è rovinato per l'arte si è rovinati in ogni caso.
Un mio consiglio ?
Un granello di follia con cui ci si eleva sugli altri e si viene imitati cosa che agli uomini piace.
La mia risposta all'arte?
Non intendo né imitare né essere imitato, non intendo elevarmi in quanto mi basto, un granello di follia lo lascio al mercato delle installazioni e delle dimensioni.
Quello che mi sta a cuore è la mia opinione sulla loro opinione, e non il contrario, per il piacere della non accademia e del non essere strozzato dalla gratitudine.
Quando lei crea quale tipologia di spettatore si immagina?
Sono talmente pago di me stesso e così poco sensibile a gloria e lode che penso d'essere malato di disprezzo.
Molti aspettano tutta la vita l'occasione, io sono riuscito a fare delle occasioni la mia vita.
Quando creo amo ed il mio disprezzo si raffredda e l'unità dell'essere e dell'agire mi ripaga delle variabili della vita.
Sono io, solo io, che cerco il mio cosiddetto io e nell'orgasmo non voglio essere osservato e tanto meno disturbato da un immaginario spettatore.
Qual è il suo desiderio nel cassetto ( Costanzo direbbe ...cosa c'è dietro l'angolo)?
La verità di alcuni miei versi tratti da " Passato Accanto"
La lavagna
Bianco su fondo nero
prendo sul serio il disagio
di una diversa opinione.
Ghigno una sorta di fuga
e crudeltà ingenua
dietro la lavagna
vedo solo maestri in castigo.
Parlando di cosa c'è dietro l'angolo come vede il futuro per l'arte?
Lo vedo sdemocratizzato. dove tutto oggi si mescola, (musica, fotografia, cinema, televisione ... ) si fonde, si intreccia e si guarda a tutto in modo orizzontale.
Mi deve scusare il grande Pasolino se vado contro il suo modo di pensare.
Nelle immagini che l'uomo ci dà nell'arte, la calma è la prima bellezza del
corpo ,come nella vita la saggezza è l'espressione più elevata dell'anima.
L'arte ha smesso di resistere per essere sostituita da un'altra che trionfa nel consumismo popolare di mostre retrospettive e di luoghi che trasformano il concetto di cultura in pretesto consumistico e commerciale.
I musei, le gallerie e le istituzioni agiscono come celle frigorifere dove il fuoco della creatività è consumato da un gelo di rarefazione mercantilistico.
L'uso borghese della cultura sconfigge il pensiero e dà l'avvento ad un catechismo di massa semplicistico e popolare per tutti.
Viviamo in un epoca in cui il presentatore non sa presentare, i cantanti non sanno cantare i musicisti non sanno suonare ed allora è giusto che anche chi non sa essere, diventi l' artista in grado di avere, grazie alla superficialità ed alla sottomissione di un mondo sublimato da esoterici ed elitari soggetti che si allineano nel pisciatoio delle fiere.
La modernità scaturisce dalle formule più strambe.
L'energia dei feticci commentati e proposti ai divoratori d'immagini nel dibattito proposto dai guru dell'infamia denuncia tanto la miseria della celebrazione quanto la messinscena dell'autocompiacimento.
I riti appoggiati da una mistica di sinistra si alimentano del capitalismo assoluto delle destre ed il niente fa eco al superamento di sé sublimando la vitalità del vuoto.
Come vedo allora il futuro dell'arte?
Sublimata esclusivamente dalla cultura del pensiero ed epurata dalle logiche mercantilistiche dell'astuzia ,dell'ipocrisia e del
consumismo.
Che cosa vogliono esprimere le figure femminili che lei crea?
Un ritorno alle origini.
Statue create unicamente per l'uomo con quelle virtù che rendono il vivere quotidiano meno grave e meno fastidioso, modelli in cui i valori della natura sorprendono gli effetti del tempo.
Delicate incisioni da toccare con mano per scrollarsi di dosso la sensazione d'essere poco e di sembrare tanto.
Umiliazione per l'applauso a sé stessi e disincanto di tutti i nostri punti morti.
La sua tecnica è assolutamente particolare ,ce ne può parlare o ne tradirebbe il segreto?
Per tutte le mie manifestazioni artistiche amo definirmi autodidatta e quindi non soggetto ad alcuna influenza accademica.
Il mio rapporto con la materia sia carta tela legno o ceramica è gestuale ed istintivo.
Per le mie opere in ceramica può sorprendere, ma l'unico smalto che uso è il bianco, preludio della luce, sovrapposto agli ossidi che preventivamente distribuisco sul biscotto.
Quindi ogni mia ceramica entra almeno tre volte nel forno ad una temperatura di circa 1000 gradi esaltando nell'ultima cottura la gestualità degli ossidi spruzzati con un effetto decisamente nuovo in campo scultoreo.
Che parte ha avuto il web nella sua attività artistica?
Solo divulgativo ma atto ad acquisire coscienza sulle molteplici possibilità di
azione su quanto rimane ancora incompiuto.
Progetti per il futuro?
Lo scuro ed il chiarissimo l'uno accanto all'altro.
Suggerimenti per
Immaginecolore?
La cosa necessaria per curare l'immagine di un artista è di non avere alcun riguardo per l'artista che non lo merita.
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RECENSIONI
Dr. Andrea Coppini
redattore
e critico d'arte
luglio 2007
Quella
di Gian Genta, artista, ceramista, poeta 63enne, savonese di
nascita e nel cuore, è una ricerca univoca e continuativa alla
scoperta dell'uomo, delle sue origini e del suo io più
profondo.
Ricerca complessa , turbinosa, spesso travalicante i confini
dell'onirico, ma mai distaccata nei suoi assiomi, dalla
realtà umana più vera.
Dopo i molti anni dedicati all'impegno politico eall'imprenditoria,
Gian Genta con il nuovo millennio, si è dedicato interamente, e
con pari fervore, all'altra sua grande passione: l'arte.
Un interesse e un'attitudine che aveva avuto modo di
sviluppare anche in passato, ma che solo di recente ha
potuto realizzarsi appieno ( parallelamente all'attività
letteraria come poeta, con alcuni volumi che hanno riscosso un
certo successo di pubblico e di critica).
Fondamentale è stata la sperimentazione con la ceramica,
favorita dalla frequentazione dell'atelier albissolese di
Sandro Soravia.
Di qui le sue teste, i suoi busti, le sue figure umane, in
ceramica smaltata a terzo fuoco ( con una policromia generata
naturalmente dall'ossidazione ) per lo più, anche
se
non mancano soluzioni lignee.
Una ricerca intimista palese, un espressionismo non solo formale
ma pienamente assimilato e rielaborato secondo parametri di
assoluta originalità.
E' un primitivismo forte, talora disturbante e grottesco, ma
vivo e profondamente vero.
Assoluto come si potrebbe definire, nell'essere insieme
primi-genio e attuale.
Con quei volti che ricalcano quelli di statuette arcaiche e
l'inserzione di oggetti tipici della contemporaneità
tastiere di computer, piuttosto che telefonini cellulari, uniti
in soluzioni biomorfe che sono al contempo critica e
visione piena dell'umanità d'oggi.
Silvana Gatti
critico
d'arte
Aprile 2007
Ho
conosciuto i suoi versi tramite il palcoscenico infinito di
internet, ed il suo sguardo si è rivelato gioviale e
trasparente, anche se la sua poliedricità non nasconde
le
sorprese tipiche di un personaggio eclettico e dal vissuto
interessante.
Lo stupore inizia da un vivace scambio di impressioni
riguardo ad una sua opera, “Come le foglie”,
da
lui concepita per interpretare l’immagine di un albero, ma dal risultato
finale di tutt’altro aspetto.
Dalle
sue mani è nata infatti una figura antropomorfa, che ricorda
un pesce fantasioso che emerso dagli abissi marini ostenta una
bocca carnosa, icona della moderna chirurgia plastica, che si
apre sensuale su un profilo di donna egizia o, se lo
sguardo si posa sul lungo collo, tribale.
Se
avessi dovuto battezzarla, l’avrei chiamata “La sirena
afro-egizia”
In ogni statua si condensano mille emozioni di stampo metafisico,
in quanto un oggetto è tale per qualcuno ma non per tutti, dal
momento che ogni fruitore può intravedervi immagini ed emozioni
differenti, a seconda del suo percorso individuale.
Nelle
sue opere vengono inglobati anche oggetti-icone della nostra era
come i cellulari,ormai inflazionati in ogni casa, qui eletti
a simbolo di una nuova era, che si addentra nel terzo
millennio con tutte le sue contraddizioni ed i suoi
interrogativi.
E
se la moderna genetica un giorno fosse in grado di partorire
esseri come questi, metà donna e metà pesce, metà albero e
metà sfinge?
Gian Genta, dal canto suo, si limita a crearli per gioco e
per passione, forse non conscio del fatto che talvolta
la realtà supera la fantasia, come nel caso di alcuni calcolatori di
nuova concezione corredati dell’RNA messaggero.
E
se il futuro vedesse, protagonisti del suo palcoscenico,
ominidi dal cervello programmato come un telefonino, o videofonino
che sia, si potrebbe dire che il nostro artista
ha
anticipato i tempi non certo rosei che ci attendono, dove una
nuova scienza, forse la “Gene-Informatica”, produrrà nuove
manipolazioni dagli sbocchi imprevedibili.
Perché,
è risaputo, a volte gli artisti sono anche un po’ veggenti.
Anna Ferrari
Immaginecolore
Giugno
2007
Unisce
al talento artistico e alle particolari capacità espressive una grande umanità
e una personalità vulcanica, positiva, ricca di energia. Un'intervista quindi
che parla di arte, di vita e di ciò che significa essere artista in
questo momento storico.
Un
grazie a Gian Genta per il suo personale apporto e la sua schietta
testimonianza.
Alfredo
Pasolino
storico
e critico d'arte
luglio
2007
Sono
immagini plastiche, emulsionate nel sogno simbolista, affioranti, come
richiamate da un desiderio di sintetetismo onirico, per rafforzare
una
dimensione dove anche la
ragione
ha i suoi sogni.
Ricordi
e archetipi di una cultura classicheggiante, umana, riversata nella fantasia
degli stessi segni,
filtri
sospesi con la dolce persuasione del colore vibrante.
Mi
ha colpito particolarmente il simbolismo arcaico della Lunigiana.
Silvia
Bottaro
storico
e critico d'arte
ottobre
2008
Artista
che si esprime con la ceramica,attraverso un originale modellato, una
tecnica personale,una poetica tavolozza applicata alla materia delle
sue personali sculture.
Echi dai Maestri del Novecento rislti in chiave stilistica propria e
con una sensibile colorazione che dà ritmo ai volumi.
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