Intervista con Gian Genta 12 marzo 2003
Questo è il suo primo libro di poesie.
Sono anni che annoto le immagini delle mie storie personali senza mai aver maturato la decisione eroica di passare alle stampe i miei appunti.
I gesti di memoria ,gli aforismi e le riflessioni date all'editore De Ferrari costituiscono il mio primo libro di pensieri, catalogato nella collana poesia.
A cosa si è ispirato?
Fiori di ortica contiene le pagine delle mie emozioni e delle mie impulsività, non castrate dal tempo e disassoggettate
agli eventi, una valvola di sfogo spontanea, senza la
presunzione che potesse servire ad alcuno se non a me stesso. Mi
hanno ispirato i cosiddetti rapporti con le persone che ho
conosciuto, la terra in cui ho vissuto ed i "saggi" con cui mi
sono confrontato. Mi hanno ispirato le menti migliori del nostro
sistema ,i galantuomini della fede, i profeti della legge e
dell'equità. Mi hanno ispirato i malintesi, le esitazioni , le
convention e le persone che non amiamo in quanto tali ma per le
loro temporanee virtù.
Mi hanno ispirato i fanatici , gli altruisti , gli ambientalisti e gli animali sociali con i loro esempi da portarsi dietro.
Mi ha ispirato il mio modo di affrontare la vita che rimane bella nonostante le ripetitive mortificazioni che dobbiamo subire.
Non vorrei esagerare ma un po' mi ha ispirato anche Benigni.
Che cosa vuole comunicare al lettore?
La mia storia in versi ,senza il malanimo del rancore e senza più il pensiero fisso ,di credere che fatta piazza pulita dei campi di concentramento che ci ossessionano, si potrà ritrovare un nuovo diritto, una nuova giustizia ,ed una nuova intersoggettività.
Voglio comunicare al lettore ,quello che mugugna per costruire il proprio futuro,che fa ancora troppi sforzi per vivere e pochi sforzi per pensare ,e quando pensa ,ragiona ancora secondo Cartesio penso dunque sono mentre dovrebbe essere più incline al mi basto per quello che sono .
Voglio comunicare al lettore ,quello del paghi 2 e prendi 3 ,di considerare i momenti della vita umana non come un occasione fatta di sconti ,ma come versi immediati da consumare scrupolosamente , oggi che abbiamo capito che il mondo è governato non dallo spirito della ragione ma dall'anima del fanatismo e dell'ingordigia.
Voglio comunicare al lettore di vivere secondo una filosofia più leggera e più allegra dei cosiddetti uomini d'affari ,il mondo può essere trasformato in un luogo più pacifico soltanto quando gli uomini si saranno imbevuti di una più "gaia scienza", meno prolissa meno scettica e meno pessimistica.
Ci è riuscito?
Mi consenta, …. non sono Berlusconi.
1995-2002 , che cosa ha significato per lei questo periodo?
Un vero periodo di merda nel quale ho improvvisamente riconquistato lucidità ed equilibrio per apparire agli occhi della gente come un essere normale con le sue debolezze ed i suoi errori.
Sette anni che non mi hanno fatto rimpiangere le esperienze politiche, semmai hanno permesso di riflettere senza risentimento alcuno che il nostro modo d'essere nell'opinione altrui è assolutamente inessenziale per la nostra felicità.
Sette anni che nonostante tutto non hanno modificato la mia esuberanza la mia impertinenza o la mia inveterata indipendenza per dirla con l'amico
Stefano Monti Bragadin che conoscendomi si è lasciato trascinare dall'evidenza.
"Non mancano momenti di sottile, fine, puro piacere per chi legge, che certo sono il riflesso dell'equilibrio conquistato dall'autore."
Cosa ha voluto dire Bragadin con questa frase?
Monti Bragadin conosce la mia storia, il mio rogo, il mio tribunale.
Monti Bragadin ha parlato di equilibrio conquistato dall'autore perché la mia sofferenza non si è trasformata in risentimento ma si è lasciata sedimentare dall'acredine dei miei accusatori ,catechisti di destra chierichetti di sinistra e nazionalfederalisti da salotto.
Monti Bragadin ha non solo interpretato le componenti biografiche del mio lavoro ma ha splendidamente messo a nudo, da meraviglioso sociologo qual è ,che il tempo e l'equa proporzione
delle cose sono i più implacabili giustizieri.
Perché un lettore dovrebbe scegliere il suo libro?
In una repubblica ,disertata dai poeti e celebrata dai mediocri ,restano solo poche figure pronte a preparare il terreno del miglioramento. La follia dell'artista si oppone alla serietà dell'arroganza politica e se errori ho commesso nella mia esistenza pubblica ,il più imperdonabile ,ma non per questo deprecabile ,è l';aver sempre avuto un'idea esagerata della libertà ,rinnegando la parola fede sia nella religione che in politica ,guardando ,alla verità del tempo e degli avvenimenti, con l'ostinazione indignata di colui che riconduce tutto a ciò che uno è, non a ciò che uno ha ,o a ciò che uno rappresenta. Nonostante le delusioni ,rimango ancora convinto ,che per un'esistenza migliore, ci voglia un po' più di poesia e meno contrabbando nella politica. Mi basto per quel che sono , più che un politico…..….forse, senza saperlo, sono già stato un poeta….
Hanno scritto
Stefano Monti Bragadin
Professore associato di Sociologia Politica
presso la Facoltà di Scienze Politiche
dell'Università degli Studi di Genova
![](images/bragadin.jpg)
Avevo da poco riposte le sofferte bozze di alcune antiche ricerche sul localismo, passate finalmente alla stampa, che una telefonata inaspettata ricongiungeva davanti ai miei occhi vecchi fatti con uno dei loro più vivaci protagonisti.
Dall'altro capo del filo, un Gian Genta per nulla piegato dalle tante vicissitudini mi chiedeva di stendere la presentazione del frutto del suo ultimo impegno con lo slancio della sua connaturata espansione; quell'espansione che subito diventa affettuosità intensa verso gli amici di sempre, nonostante il passare del tempo.
Certo, più non si trattava dell'ennesima iniziativa che un prorompente temperamento proiettava sulla scena politica ligure; dell'ulteriore intervento di una personalità esuberante, ma anomala , perché mossa da uno spirito impertinente di inveterata indipendenza.
Del resto, troppe delusioni, foriere di grandi amarezze e commiste ad un inevitabile isolamento, avevano ormai indotto al rifugio nel privato questo scapigliato esponente della vita pubblica locale; uno che non si adattava all'andazzo dell'ambiente e sfuggiva ad ogni controllo partitico.
Il liberalismo originario accanto al libertarismo innato, la scelta leghista sull'ondata della protesta, l'abbandono di questa come già il superamento di quello, il contrasto irriducibile con il modo di operare nei partiti tutti, le insopportabili mortificazioni dell'ideale autonomistico da parte di tante forze locali, non meno che dello statalismo centralista, sono così divenuti retaggio del passato.
E' subentrato un lungo, all'apparenza interminabile silenzio, fatto di amare riflessioni e tormentate considerazioni; nella ricerca, talora spasmodica tal'altra pacata, della più profonda genuinità e, insieme, di una migliore conoscibilità degli altri.
Ma quante tribolazioni dovevano ancora venire! Così dure e profonde, da fare rimpiangere i peggiori momenti delle lotte e delle delusioni politiche; quando il gioco si fa molto pesante e l'accorta spregiudicatezza dei capi sfugge alla sprovveduta linearità di seguaci ridondanti d'entusiasmo.
Via via, allo spirito scanzonato, sempre un po' goliardico, protrattosi ben oltre la più giovane età senza nulla perdere in ardore, è quindi subentrato un realismo intriso di senso critico; esente da preconcetti , dai diffusi luoghi comuni, ma così coesteso alla vita quotidiana da diventare una vera e propria filosofia di vita.
La densa raccolta di aforismi qui pubblicata non ha pertanto nulla di saccente; né presenta quell'andamento sentenzioso che troppo spesso appesantisce tale forma di espressione letteraria, infastidendo persino il lettore più che ben disposto. Diviene, anzi, un messaggio di inusitata chiarezza per l'uomo comune; un richiamo alla realtà dell'esistenza, carico di saggezza antica e di indicazioni preziose anche nella dimensione quotidiana.
Si direbbe che, qua e là, il sofferto percorso delle considerazioni, finalmente esternate quasi ad alleggerimento dei maggiori pesi dell'animo, abbia finito per fare aggio sulla brevità e sulla concisione di talune massime. Che certi abbandoni evocativi , o certe pungenti toccate, risentano ancora di talune componenti autobiografiche che li sottendono.
Eppure, un senso realistico ormai maturo percorre i versi, colpisce il lettore, entra dentro di lui; si offre alla sua meditazione, senza nulla concedere al pessimismo o allo scetticismo. Il discreto e sereno distacco dalle alterne transitorie vicende umane spalanca invece le porte alle esperienze sedimentate; quelle destinate a durare nel tempo e a plasmare il carattere.
Non mancano momenti di sottile , fine, puro piacere per chi legge, che certo sono il riflesso dell'equilibrio conquistato dall'autore. Per nulla isolati e casuali si rivelano gli spunti di delicata, soffusa liricità.. Né mancano i passi sottilmente ironici, in cui tuttavia l'intento derisorio è frutto di gusto intellettuale, piuttosto che di specifico risentimento o malanimo.
Di tanto in tanto, in piacevoli descrizioni d'ambiente, angoli, scorci, luoghi della splendida terra di Liguria lasciano trasparire ricordi lontani; e la carezzevole mano dell'artista pare lasciare la penna, divenutagli così famigliare, per passare a magistrali tocchi di pennello.
Agnese Cacciola
"Perle di saggezza" quelle di Gian Genta.
Sembrano quasi delle riflessioni annotate sul proprio diario. Appunti per non dimenticare un'esperienza di vita, anche se deludente. Capita un po' a tutti di farlo, prima o poi, ma Genta usa un lucido cinismo, tagliente e preciso. La sua penna si trasforma spesso in un bisturi che squarcia il velo del buonismo patetico, quello capace di mettere a tacere in fretta la coscienza, e poi "incide", senza anestesie, il comportamento umano con schiettezza quasi psicanalitica. Tolto il velo c'è la cruda realtà di noi esseri umani, straordinari, ma anche gretti e limitati. Per intenderci, usiamo un'espressione dell'autore: "Quando devi credere a qualcuno, pensa a te stesso. Intensamente".
Gian Genta: aforismi belli come fiori, urticanti come ortica.
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COMMENTI
DAL WEB
Il
candore della menzogna
I
COMMENTI
>>Intensa e
vibrante, molto interessante!
Treaaa
>>le menzogne a volte persistono
Michelangelo
>>Mi unisco a questa tua preghiera.
Ottima rappresentazione.
"il candore della menzogna" a volte sembra
lavata con Perlana!
Ciao.Idea vagante
>>concetto
di Dio....nessuno sa quale sia il
vero concetto di Dio se non
quello che da secoli
è riportato. Io so che quello che lui
vuole è la
rivoluzione della sincerità
....della bellezza..
del coraggio..della
verità...trasparente
Eleoonor
>>non è facile commentare parole come le tue,
profonde
sicuramente ma che in esse leggendo
si sentono le stesse paure e
gli stessi dubbi da
cui cerchi di allontanarti. io l'unica cosa
in cui
spero è che l'al di là non sia altro che il mio
mondo
di altrove... ciao
Sarahd
>>un bel percorso anche se (a mio avviso) ci
sono troppi
"temo" dare forza ai timori toglie
energia alle cose
ottimistiche... meglio il finale...
ciao
Lucky luke
>>Eppure sembra una preghiera per quanto
assurdo possa
sembrare il paragone, la
preghiera di un ateo rivolata a un Dio
a cui
non crede, ma il dubbio lascia il posto alla
domanda.
Messaggero
Ho
visto piangere Satana
I
COMMENTI
>>Satana,
angelo caduto, piange la nostra
umanità perduta, piange noi che
additiamo il
male ma portiamo poi su di noi il segno del male
ogni volta che la giustizia diventa vendetta, ogni
volta che da
carnefici non rispettiamo il marchio
che Dio pose su Caino perchè
nessuno lo
toccasse, ogni volta che un Lucifero ucciso
sembra
conservare più di noi tracce della sua
antica natura, ogni
volta che un uomo nudo urla
il suo dolore per una morte che
altri uomini
decidono essere "giusta".
Mi è piaciuta moltissimo questa tua poesia che
tratta con
grande profondità e originalità il tema
dei tanti diavoli che
attendono, scherniti e
disumanizzati, l'esecuzione, Ciao,
Daniela
>>Mi sembra di non poter aggiungere molto al
commento così
profondo e bello di Daniela.
La poesia è un grido forte, di grande impatto,
contro la
disumanità di chi crede di essere
immune dal male ed è prondo
a condannare
il Caino di turno, ad ergersi a vendicatore e
a
giustiziere.
Purtroppo il male è insito nell'uomo ed è nel
male, e nel
dolore, forse che l'uomo riscopre
la sua più profonda umanità,
sia chi lo commette
sia chi lo subisce, se è capace di uscirne
ed
elevarsi e di scegliere la via della comprensione
e del
perdono.
Bella poesia, complimenti. Ciao! Pietro
>>Se
cerchiamo il bene nell'uomo lo troveremo,
ma purtroppo sono vere
le tue parole sull'uomo
d'oggi che cerca il male ed il dolore.
ciao Vittorio
>>Mi è piaciuta molto la tua poesia: parole
intense,
immagini potenti, molto forti. in effetti
hanno già detto tutto
Daniela e Pietro, mi trovo
concorde con Pietro sull'umanità che
ha sempre
e comunque una parte oscura, e che
riconoscendola
possiamo andare oltre.
Sagge parole, il difficile è seguirle.
Ciao Vera
>>
La figura di Satana sembra invadere la
scena ,quasi fisicamente,
in modo intenso:
mi hai rovesciato addosso uno sferzante
uragano
al quale non voglio sottrarmi.
Leggo, rileggo e apprezzo molto... che
pomeriggio.
Violino
>>
Temi apocalittici, toni pure. E al tempo
stesso grande saggezza.
Pierfrancesco
>> Davvero molto dura, scritta molto bene sul
contenuto
non entro, posso non condividerlo ma
sicuramente sai scrivere
bene.
Messaggero
>> Storia di un povero Diavolo... si sfuma
l'immagine di
Satana, forse l'uomo è il vero
demonio...
Ash1978
>> Ti trovo geniale. Mi ha lasciata senza parole,
complimenti.
Aurelienne
>>
Vorrei potesse piangere veramente!
Serena
50
>> Versi suggestivi dove la tenebra si mescola
alla
salmodia.
Aramaica
>> Bella poesia, stupenda poesia, bellissima.
Mi hai emozionato finalmente ho letto una
grande lirica.
Michele Marra
>> Mi ha colpito il tuo testo ma forse non ne
son riuscito
a cogliere il messaggio. Bella e
interessante l'immagine del
diavolo sofferente
e drammaticamente crudo il ritratto
dell'umanità
che hai dato. Un umanità crudele, senza pietà e
senz'anima che risulta essere capace di azioni
più malvage di
quelle che il male stesso può
compiere.
Leonardo Colombi
>>
Queste immagini bibliche e demoniache
hanno il loro effetto.
qualcosa di primordiale ed eterno.
Una lotta
antica.
Un saluto Emiliano.
>> Molto bella
Ciao Nara
>> Di notevole (purtroppo e comunque
complimenti) c'è
solo il titolo.....forse sarà
colpa mia (ahi il cattolico
sempre in agguato)
ma la trovo estremamente greve, appesantita
da icone ed immagini che lasciano poco alla
poesia e molto alla
retorica o peggio alla morale
cattolica e cristiana. Sembra un
sermone di un
curato di Boris
Vian. (cfr. Lo strappacuore..
appena letto, te lo consiglio). senza rancore,
spero, ma con
sincerità.
ciao Daniele Locchi
Io
vado
I
COMMENTI
>>bella
, intensa , profonda come un abisso
tra quelli dell'ultimo verso siamo oramai un
fiume..
Llanto
>>in nessun luogo e da nessuna parte...sembra
voler dire.
Tiziana
>>Molto piaciuta. Sa di vita vissuta.
Almina
>>Bellissima immagine di un anima desiderosa
di libertà,
dove la libertà è un esigenza primaria
per nulla disposta a
scendere a compromessi.
Stefano
>>deandreiano.
bravo
Vito
>>Piaciuta.
Argeta
>>Bella e spensierata mistica e accattivante.
Mi piace.
Rudy Mentale
>>Semplicemente bella,
anche triste, ma serena, non angosciante.......
......bella e
basta.
Augusto Villa
>>La strada la perdiamo un po' tutti, ma prima
o poi
ritroviamo quella giusta.
Giuliano Baragli
>>Sei come un antico veliero, la vita ti gonfia
le vele.
Bravo nella tristezza.
Non me ne importa se non leggi le mie poesie.
Ho letto le tue e basta
Jacopo Lupi
>>L'importante non è cercare di ritornare nella
giusta
strada quando si perde l'orientamento,
ma andare...sempre e
comunque.
Non fermarsi mai.
...complimenti
Danilo Cardini
>>Bella poesia,complimenti.
Ciao Manuela
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